Sognare è un conto, trasformare un sogno in realtà è tutt’altra storia. Eppure, ci sono persone che riescono a farlo, sfidando la paura dell’incerto e costruendosi una vita fuori dagli schemi. Sofia e Tommaso sono una di quelle coppie che non si sono accontentate di immaginare, ma hanno deciso di partire, esplorare e ispirare.
Li ho conosciuti in una giornata qualunque ad Hanoi, in palestra. Due ragazzi sorridenti, con quell’energia contagiosa di chi ha scelto di vivere senza rimpianti. Poche parole sono bastate per capire che dietro ai loro viaggi e ai loro video c’era molto di più: una storia di scelte coraggiose, di sfide e di sogni portati avanti con determinazione.
Ma cosa significa davvero vivere di viaggi e contenuti digitali? Com’è il dietro le quinte di una vita che per molti sembra perfetta? Quali sono le sfide e le soddisfazioni di chi ha scelto la strada meno battuta?
Partiamo dall’inizio: com’è nato il vostro progetto di vita e di lavoro insieme? C’è stato un momento preciso in cui avete capito che questa sarebbe stata la vostra strada?
Tommy: Tutto è iniziato tre anni fa, quando ho incontrato Sofi per la prima volta a Tenerife, durante il suo primo viaggio di gruppo. Io ero un semplice partecipante, ma da lì è nata un’amicizia che ci ha portato a rivederci poco dopo, durante una formazione per animatori turistici in Egitto. Qualche mese dopo siamo partiti insieme per Bali, e lì è nata la nostra relazione.
Per quanto riguarda il lavoro, è stato un processo graduale. Io vivevo a Berlino, mentre Sofi era sempre in viaggio, ma continuavamo a vederci e a sostenerci a distanza. All’inizio collaboravo con lei gestendo i social del suo brand di gioielli, aiutandola con la comunicazione. Dopo qualche mese ho iniziato a partecipare ai suoi viaggi di gruppo, fino a farne parte attivamente.

Non c’è stato un momento preciso in cui abbiamo deciso che questa sarebbe stata la nostra strada, è stato piuttosto un’evoluzione naturale: da conoscenti a collaboratori, fino a renderci conto che funzionavamo bene insieme anche sul piano lavorativo. Sofi mi ha aperto gli occhi su possibilità che non avevo mai considerato, e così ho lasciato Berlino per costruire insieme a lei questo progetto di vita e lavoro.
Sui social trasmettete sempre entusiasmo e libertà, ma qual è la vostra routine quotidiana quando siete in viaggio? Esiste una routine o ogni giorno è una sorpresa?
Sofia: Per esempio, da quando siamo partiti a novembre, abbiamo cercato di mantenere un buon equilibrio tra lavoro e avventura. La nostra giornata inizia sempre con la palestra, che è diventata una costante ovunque andiamo. È il nostro modo per darci energia e mantenere una routine stabile, anche se siamo sempre in movimento. Dopo l’allenamento, ci dedichiamo al lavoro: creazione di contenuti, gestione dei social, organizzazione dei prossimi viaggi e tutto ciò che serve per portare avanti i nostri progetti. Lavoriamo sia in autonomia che insieme, ritagliandoci momenti per confrontarci sulle idee e pianificare al meglio.

Il resto della giornata lo adattiamo in base alle condizioni e alle esigenze del momento: se il tempo è brutto ci concentriamo ancora di più sul lavoro, mentre se c’è il sole, cerchiamo di ritagliarci degli spazi per esplorare e vivere il luogo in cui ci troviamo. Cerchiamo comunque di non fare le ore piccole: di solito per le 8 del mattino siamo operativi, tra lavoro e allenamento, e cerchiamo di andare a letto a un’ora decente… anche se a volte dipende, perché a mezzanotte gioca il Bologna! 😆
Sofia, hai lasciato un lavoro per inseguire un sogno. Quanto è stato difficile quel salto nel vuoto e cosa diresti a chi è tentato di fare lo stesso ma ha paura?
Sofi: In realtà non ho lasciato un lavoro stabile, perché dopo il liceo ho iniziato a lavorare come assistente di volo, ma facevo anche altri lavori per diversificare le entrate, come modella e PR in discoteca. Viaggiavo tantissimo, e lì ho capito che il mio sogno era viaggiare per lavoro. Dopo un anno e mezzo, però, la compagnia aerea non mi ha rinnovato il contratto. All’inizio l’ho vissuta come una sconfitta, ma poi mi sono resa conto che, in fondo, non era il lavoro che volevo fare. Così, ho deciso di cambiare rotta.
Sono andata a Miami per un po’, poi ho trovato lavori in giro per il mondo, come PR a Mykonos e ragazza alla pari in Francia, mentre cercavo di crescere sui social. È stato durante il COVID che TikTok è esploso, e lì ho cominciato a fare seriamente contenuti. Dopo qualche mese, sono arrivate le prime collaborazioni e ho capito che avrei potuto vivere di questo. Ho continuato a crescere e a diversificare il mio lavoro, da influencer a organizzare viaggi di gruppo e aprire il mio brand di gioielli. Piano piano, ho trovato la mia strada.
Rispondendo alla tua domanda: non è stato un vero e proprio salto nel vuoto, perché sapevo di voler vivere di viaggi, anche se non sapevo quando avrei trovato un guadagno stabile. Ma a 21 anni avevo ancora la possibilità di sperimentare, di prendermi delle pause senza troppe preoccupazioni. Avevo iniziato a lavorare già a 19 anni e, grazie ai soldi messi da parte, sono riuscita a rendermi completamente indipendente senza dover chiedere nulla ai miei genitori. Allo stesso tempo, avevo ancora spazio per capire davvero cosa volevo fare.
Il mio consiglio a chi ha paura ma vuole fare lo stesso è: provate, sperimentate, fate esperienze anche non retribuite, che vi diano però tanto tempo per voi stessi, per capire cosa vi appassiona davvero. Conoscete persone, ascoltate storie diverse, prendetevi il tempo di capire la vostra strada. Non c’è fretta: io l’ho capito solo dopo tanti anni. La strada arriva quando meno te l’aspetti!
Tommaso, tu hai studiato a Berlino e ora sei social media manager. Quanto è cambiata la tua idea di futuro da quando hai iniziato questo percorso con Sofia?
È cambiata tantissimo. Vengo da una famiglia con un’idea abbastanza tradizionale del lavoro: studiare, laurearsi, trovare un lavoro fisso. Ho seguito questa strada, e ho completato il master a Berlino, ma mi sono sempre sentito un po’ intrappolato in quel modello. Non che mi fosse imposto in modo severo, ma l’idea di dover seguire quella “rotta” era forte.
Poi ho incontrato Sofia, che mi ha aperto gli occhi su nuove possibilità. Mi ha fatto capire che c’era altro, che potevo provare qualcosa di diverso. A Berlino, pensavo che il lavoro fisso fosse l’unica strada, anche se odiavo la città. Ma con Sofia ho iniziato a sperimentare il lavoro da social media manager, e pian piano ho visto che non dovevo seguire solo la via tradizionale.

Da quando ho iniziato a lavorare con i miei primi clienti, tutto è cambiato. È stato un vero e proprio salto nella “vita vera”, come la chiamo io. Non avrei mai pensato che avrei potuto guadagnare lavorando in modo diverso. E per scherzare, dico spesso a Sofia che mi ha “resuscitato”! La mia idea di futuro è completamente trasformata da quando l’ho conosciuta.
Viaggiare è meraviglioso, ma anche faticoso. C’è qualcosa del vostro lavoro che non amate particolarmente o che vi pesa di più?
Tommy: Sicuramente sì. Viaggiare è fantastico, ma quando non siamo in viaggio, ci sentiamo quasi “persi”, come se aspettassimo sempre la prossima partenza. Tuttavia, ci sono anche degli aspetti faticosi. Per esempio, la necessità di creare contenuti continuamente: montare video, postare, fare storie. Se non pubblichi regolarmente, la community se ne accorge e gli algoritmi non ti favoriscono. Quindi, siamo quasi costretti a rimanere sempre attivi sui social. A volte ci sentiamo obbligati a fare certe cose solo per documentarle, anche quando magari non abbiamo voglia. Tipo quando siamo in un posto nuovo e sentiamo di dover fare qualcosa di turistico, anche se magari non ci va. È un po’ come se ci sentissimo in dovere di “provarlo” per mostrare ai nostri follower, anche se non ci entusiasma particolarmente.
Un’altra cosa che pesa è la costante sensazione di “avere la valigia pronta”. Da ormai 3-4 anni, vivo con la valigia sempre aperta, pronta per partire. Quando torno a casa, sono lì per massimo una settimana o due, e poi via di nuovo. È faticoso non avere mai un posto fisso dove fermarsi veramente.

Sofi: Aggiungerei che, se anche voglio un po’ staccare, sento comunque la pressione di dover fare qualcosa. Se non metto storie o non pubblico, mi sento in colpa, come se stessi trascurando qualcosa. Ma, allo stesso tempo, mi piace talmente tanto quello che faccio che non vedo l’ora di tornare al lavoro. Anche se mi manca ogni tanto un po’ di tranquillità.
Tommy: A me, sinceramente, mi secca un po’ dover camminare per Bologna e fermarmi ogni cinque minuti per fare foto con i fan! Ahah, scherzo ovviamente!
Sui vostri social ispirate tanti ragazzi a credere nei propri sogni. Ma voi, oggi, avete ancora un sogno che non avete realizzato?
Sofi: Uno dei miei sogni è sicuramente comprare una casa al mare. Non so ancora dove, perché ogni volta che penso a un posto, mi viene voglia di comprare lì! Però Tenerife, Dubai o Bali sono sicuramente tra le opzioni. Ogni volta che vedo le ville di Bali, me ne innamoro, ma alla fine penso che mi vedo meglio a Tenerife o Dubai. Un altro sogno è riuscire a delegare più lavoro. A oggi, è una cosa che fatico ancora a fare. Tommy mi aiuta molto, è praticamente con me 24 ore su 24, quindi è più facile per me delegare a lui. Ma affidare il mio lavoro a persone che non conosco è ancora difficile. Quindi, vorrei essere più libera mentalmente e lavorare un po’ meno, anche se può sembrare che siamo sempre in giro. In realtà, lavoriamo praticamente tutto il tempo. Altri sogni? Beh, uno dei miei più grandi sogni è avere tanti bambini, una bella famiglia. E poi, mi piacerebbe vedere tutti i posti del mondo, visitare ogni paese e fare una crociera in Antartide. Quello sarebbe davvero il massimo per me!

Tommy: In realtà, anch’io avevo tanti sogni, ma oggi mi sento così felice che è difficile rispondere a questa domanda. Quando sei felice, è complicato pensare a come saresti ancora più felice, no? Quindi, al momento, mi godo ciò che ho e sono grato. Però, se devo dire qualcosa, sicuramente è un sogno avere una famiglia e stare bene. (Sofia: E gli addominali scolpiti! Ahah!) Insomma, cose un po’ più semplici, ma comunque importanti!
Dove vi vedete tra cinque o dieci anni? Pensate di continuare sempre su questa strada o immaginate cambiamenti?
Tommy: Allora, tra cinque anni, purtroppo mi scade il contratto con Sofia come partner senza figli, quindi potrebbe succedere qualcosa in quel senso. (Ride) A parte gli scherzi, ci vediamo sicuramente in un posto come Tenerife, perché adoro quel posto, davvero. Non è solo per il mare e le palme, è proprio il mio luogo ideale. Però, pensando anche a una vita più stimolante, soprattutto se dovessimo crescere una famiglia, ci siamo detti più volte che la mentalità insulare potrebbe essere un po’ troppo chiusa. Quindi, sarebbe bello offrire a un futuro figlio un ambiente con più opportunità, come Dubai. Ci ha colpito molto come città, anche per l’internazionalità, la possibilità di imparare arabo e inglese. Quindi, mi immagino in uno di questi posti, magari anche una divisione: cinque mesi a Tenerife, cinque mesi a Dubai, e due mesi in Italia.
Sofi: Per quanto riguarda la nostra strada, credo che ci vediamo ancora in una posizione simile a oggi, ma con alcuni cambiamenti. Ad esempio, i viaggi di gruppo, credo che gradualmente li abbandoneremo o comunque li rivedremo, soprattutto con l’arrivo di una famiglia. I bimbi cambiano tutto, lo sappiamo! Ma continueremo a fare qualcosa di simile, organizzando viaggi o esperienze, adattati alla nostra nuova vita. Per quanto riguarda il lavoro, mi piacerebbe che i social e la consulenza rimangano parte fondamentale della nostra attività. Speriamo di continuare a crescere in questo settore, anche se chissà dove ci porterà. Però sono abbastanza sicura che continuerò su questa strada, anche se dovrà essere riadattata alle esigenze della vita che avremo, con figli, magari nuove sfide… chi lo sa!
La libertà che avete scelto spesso viene vista come un sogno, ma ogni scelta ha un prezzo. Qual è il compromesso più grande che avete dovuto accettare per vivere questa vita? C’è mai stato un momento in cui avete pensato di mollare tutto?
Tommy: Il compromesso più grande, sicuramente, è legato alla lontananza da casa. Ci siamo persi molte cose: la crescita di un fratellino (Sofia), momenti speciali con la famiglia, l’invecchiamento delle persone care, i piccoli malesseri quotidiani dei genitori. Queste sono cose che pesano davvero. Un altro aspetto che ci manca tanto è la difficoltà di mantenere amicizie a distanza.
Sofi: Io, per esempio, non sono quella che scrive ogni giorno o ogni settimana. So che le mie amiche ci sono sempre per me, ma ci vediamo poco, e questo a lungo andare fa sentire la solitudine. È difficile mantenere un legame profondo quando sei sempre in movimento. La vita che facciamo ci ha fatto perdere alcuni amici, altri li vediamo solo occasionalmente. E non è semplice, perché non riusciamo a stringere nuovi legami duraturi, visto che ci spostiamo continuamente.
Tommy: Non c’è mai stato un momento in cui abbiamo pensato di mollare tutto. Quando si è così determinati, quando si ama quello che si fa, non c’è spazio per i ripensamenti. La nostra vita è bella, piena di sfide, ma soprattutto è la vita che abbiamo scelto. Continuare su questa strada, con i suoi sacrifici, è il nostro sogno.
Anche se è faticosa, anche se ci sono momenti in cui la distanza da casa pesa, sappiamo che abbiamo scelto questa strada per una ragione. La libertà di fare ciò che amiamo, di viaggiare e di crescere insieme, non ha prezzo.
Se doveste dare un solo consiglio a chi sogna una vita come la vostra, quale sarebbe?
Sofi: Direi che non bisogna pensare che vivere in viaggio sia solo una questione di fare un determinato lavoro, come magari sembra sui social. Perché alla fine io non faccio solo un lavoro, ma tanti, ed essere come me non è ripetibile.
Ognuno deve trovare la propria strada. Se si desidera davvero vivere in viaggio, oggi ci sono infinite possibilità, tanti lavori che neanche conosco, che permettono di farlo full-time. La chiave è essere curiosi e informarsi. Esistono miliardi di blog, siti e la realtà del coworking è perfetta per i nomadi digitali, perché ti permette di incontrare chi vive viaggiando e lavora da remoto. Frequentare i coworking in giro per il mondo ti aiuta ad acquisire conoscenze dirette e a capire che non c’è bisogno di limitarsi.

Non abbiate fretta di trovare subito la vostra strada, siate curiosi e cercate di esplorare tutte le opzioni. Non è necessario esporsi sui social per vivere come facciamo noi. Ci sono milioni di persone che lavorano da remoto e vivono in posti fantastici come Bali o Zanzibar, senza essere sui social. E lavorano benissimo! Quindi, il consiglio è di non porsi limiti e di non avere paura di uscire dalla zona di comfort.

Dopo un lungo percorso interiore, ho capito che la vita tradizionale non faceva più per me e ho deciso di smettere di timbrare il cartellino. Oggi sono un SEO specialist e blogger: viaggio per il mondo e racconto ciò che vedo.
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