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Fotografia di Mehmet Turgut Kirkgoz via Pexels

Funerali indiani: la vita e la morte sui Ghat di Varanasi

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Meglio dirla tutta sin dall’inizio: tra me è l’India non ha funzionato per come avrei sperato. Sono stato a più riprese nel paese del peperoncino e a ogni mio ritorno la sensazione è sempre stata la medesima. Un pugno allo stomaco, come scriverebbe un recensore di libri su Amazon.

Credo che le nostre culture siano troppo diverse per essere capite fino in fondo. Ciò nonostante, sono convinto che non ci sia nulla di più affascinate e per certi aspetti “complesso” come assistere a i funerali indiani, specialmente in terra sacra.

Cremazione e reincarnazione

I funerali indiani sono caratterizzati da profondi rituali di morte che riflettono le antiche tradizioni dell’induismo. La cremazione, chiamata antyeshti, è uno dei riti induisti più significativi e viene eseguita con grande devozione. La cremazione e reincarnazione sono concetti strettamente legati e radicati nel principio del “samsara” il ciclo eterno di nascita, morte e rinascita.

Santone a Varanasi

Secondo gli indù la morte non è un qualcosa di definitivo, piuttosto una transizione verso un nuovo inizio. La città di Varanasi è particolarmente rinomata per le sue cerimonie di cremazione dove i corpi vengono bruciati all’aperto in un rito che simboleggia la purificazione e la liberazione dell’anima dal corpo fisico, facilitando il suo viaggio verso la prossima incarnazione. Le ceneri vengono sparse nel fiume Gange, il fiume sacro Indiano, in quanto si crede che questo atto purifichi l’anima e le permetta di raggiungere il moksha, la liberazione dal ciclo delle rinascite.

Come si svolge la cremazione

Il rito inizia con la salma del defunto che esce di casa portata a spalla dai parenti. Nel tragitto vengono intonati canti e preghiere fino al raggiungimento delle rive del Gange, dove il corpo verrà bagnato per un’ ultima volta in attesa della purificazione. Allo stesso tempo al Ghat si preparerà la legna dove il corpo verrà adagiato per i saluti dei cari e poi bruciato.

Ghat di varanasi

I funerali indiani costano mediamente 12€. La quantità di legna sta a indicare la ricchezza della famiglia. Più legna si posiziona sotto la salma più è ricca la famiglia. Per chi non può permettersi la legna esistono dei forni elettrici molto più economici. Gli unici corpi esclusi dalla cremazione sono: i neonati, i sadhu, (santoni puri per definizione), e le mucche. I loro corpi vengono lasciati nelle acque del fiume. Non è raro infatti vedere resti gonfi galleggiare mentre ci si allontana da Manikarnika.

Manikarnika Ghat

Ghat, da un punto di vista architettonicosono delle scalinate che scendono su un corso d’acqua, nel caso specifico di Varanasi poggiano sulle rive del fiume Gange e acquisiscono un enorme valore spirituale e religioso. Infatti, è qui che si tengono gran parte dei rituali indiani. A Varanasi i Ghat principali sono due: Il Manikarnika Ghat, chiamato anche Burning Ghat, dove avviene la cremazione delle salme, e l’Assi Ghat, dove invece si celebrano le cerimonie e i riti funebri.   

Funerali indiani: vista sui Ghat

Ho raggiunto il Manikarnika Ghat passando per una serie interminabile di piccoli cunicoli. La gente che ho incontrato per strada era tanta ma non infinita, come invece avviene all’Assi Ghat, dove il popolo Induista si concentra per la cerimonia Funebre. Al Manikarnika Ghat le cremazioni avvengono tutto il giorno tutti i giorni ventiquattro ore su ventiquattro, motivo per cui la gente è meno concentrata in una determinata ora.

Funerali indiani: Vista sull Manikarnika Ghat

Per un occidentale assistere alla cremazione del Manikarnika Ghat è qualcosa di surreale. (almeno lo è stato per me). L’aria è irrespirabile, a volte manca davvero l’ossigeno. A ogni folata di vento la cenere dei corpi si innalza in una fumata nera che ti si incolla liquida addosso. Vedere i corpi ardere non è cosa per tutti. L’impatto con l’imponente struttura è davvero forte, almeno quanto gli odori. Entrare nel Manikarnika Ghat è stato faticoso. Sia da un punto di vista mentalmente che fisico.

Funerali indiani Manikarnika Ghat

Mentalmente: perché credo che nessun occidentale sia pronto fino in fondo per assistere alla cremazione induista. Fisicamente: perché ogni due metri si viene fermati da individui che si spacciano per poliziotti locali, santoni, organizzatori di funerali indiani e chiunque altro sia in grado di spillare soldi a un turista. Anche accedere al Ghat non prevede alcun pagamento, ma questo posso dirtelo solo ora. (se ti può interessare in questo articolo parlo di un’esperienza simile vissuta a Kathmandu).

Cremazione sui Ghat

Assi Ghat

All’Assi Ghat è possibile assistere alla cerimonia funebre vera e propria. Il rito Inizia ogni giorno alle 18:00. In questo caso però bisognerà recarsi parecchio tempo prima se si vuole avere una buona visuale. Il Ghat è molto grande ma è praticamente assalito da fedeli e turisti che si accalcano per il posto migliore.

Eventualmente, per ovviare al problema, sappi che è possibile noleggiare una barca e osservare la cerimonia dalle rive del Gange. Già dal primo pomeriggio agenzie e privati fermano i turisti in maniera “continuativa” per proporre la propria imbarcazione come “esperienza unica”. 

Persone che assistono alla cerimonia

Il clima All’Assi Ghat è decisamente più disteso rispetto quello del Manikarnika. (Mettendo da parte per un attimo gli uomini che sotto compenso ti benediranno o ti disegneranno il Bindi sulla fronte). Quando la cerimonia ha inizio è un susseguirsi di applausi, canti e venditori che come in una curva da stadio propongono l’acquisto di patatine, coca cola, acqua, cibo locale e il famoso chai, il tè nero speziato indiano. 

Cerimonia sui Ghat di Varanasi

Certamente Il funerale indiano vissuto a Varanasi è qualcosa di parecchio lontano dai canoni europei alla quale siamo abituati. Più e più volte Il clima sacro di questa splendida terra viene messo in discussione dai suoi stessi cittadini e dalla sua povertà.

Io sui Ghat a Varanasi

Probabilmente, da ateo quale sono, forse tendo a dar troppo peso a quella linea che a mio avviso dovrebbe dividere nettamente la religione dal business, e che a Varanasi sembra quasi sparire. In ogni caso, credo anche che assistere a questo rito in terra santa sia qualcosa che ti entrano dentro e che difficilmente ti si toglie di dosso.

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