In un mondo che spesso ci spinge verso la stabilità e la ricerca di beni materiali, ci sono persone che scelgono una strada diversa, fatta di libertà, movimento e crescita spirituale. Io ho avuto la fortuna di incontrare Chiara e Mattia più di due anni fa a Bali, in un momento per me un po’ difficile. Ma questa è una storia che vi racconterò un’altra volta.
Oggi parliamo invece di due nomadi moderni che viaggiano tra l’Italia e il Sud Est Asiatico, portando con sé un messaggio di consapevolezza e spiritualità. Sono light workers e organizzano ritiri spirituali in luoghi incantevoli, con l’intento di guidare le persone verso un equilibrio interiore e un legame più profondo con sé stesse e con la natura.
Lontani dalla vita convenzionale, Chiara e Mattia hanno scelto di vivere in modo semplice e sano, senza legami ai beni superflui, concentrandosi su esperienze autentiche e trasformative. Vi racconterò del loro viaggio interiore, delle sfide e delle gioie del vivere come nomadi, e di come il loro lavoro spirituale stia influenzando il loro cammino e la loro crescita personale.”
Per iniziare, potreste raccontarci un po’ di voi? Chi siete e come descrivereste ciò che fate a chi non conosce il vostro lavoro?
Ciao a tutti, tanto piacere di conoscervi! Siamo Chiara e Mattia. Siamo marito e moglie, sposati da otto anni e insieme da tredici. Io, Chiara, sono una ragazza innamorata della vita, della libertà e della gioia! Ogni giorno scelgo di abbracciare queste qualità, facendole risplendere nel mio essere e nella mia missione.
Nella vita, il mio scopo è portare queste stesse vibrazioni di amore, leggerezza e consapevolezza a chi mi circonda. Faccio ciò che sono, mettendo cuore e anima nel mio lavoro come operatrice olistica. Lavoro con le energie sottili per promuovere un profondo benessere che abbraccia corpo, mente e spirito.
Attraverso pratiche e strumenti energetici, accompagno le persone in un viaggio di riconnessione con sé stesse, aiutandole a ritrovare equilibrio, vitalità e pace interiore. Credo che ognuno di noi abbia un potenziale infinito di luce e amore, e la mia missione è essere una guida e un catalizzatore per aiutare a risvegliarlo.
Io, Mattia, non amo definirmi o etichettarmi. Sono un ragazzo che ha sempre tanto sofferto nel vedere situazioni di litigio, soprattutto in ambito familiare. Questo mi ha portato a desiderare la pace e l’armonia con tutto me stesso.
Da piccolo non mi mancava niente a livello materiale, ma sentivo la mancanza di un rapporto genuino con mio padre e i miei fratelli. Ricordo che invidiavo chi aveva meno ma viveva nell’armonia. Questo mi ha spinto a voler portare nel mondo un aiuto concreto in tal senso. Crescendo, ho capito che il primo passo era senza dubbio portare gioia e armonia dentro di me, smettendo di puntare il dito all’esterno e lavorando principalmente su me stesso, sulle mie emozioni, sui miei atteggiamenti e sulle mie abitudini.
Questo mi ha permesso di guarire le ferite e i traumi del mio passato, della mia infanzia, e mi ha fatto sperimentare in prima persona il potere dell’amore, della compassione, della comprensione e del perdono. Potrei scrivere un libro su questo, ma per rispondere concretamente alla domanda “come descrivereste ciò che fate” posso dirti che aiuto le persone a scoprire il proprio potenziale autentico, quindi la vera essenza, quella luce assolutamente unica che ognuno di noi possiede ma che spesso non riesce a manifestare perché vittima di sé stesso o dei milioni di condizionamenti sociali e culturali. Lo facciamo, facendo lavorare sinergicamente tutto ciò che riguarda la crescita personale, la spiritualità, i trattamenti energetici e i viaggi esperienziali, trasmutando le convinzioni limitanti e portando conoscenza, consapevolezza e molto altro.
Se vogliamo darci un’etichetta, possiamo dire che siamo Master Reiki di varie scuole (Usui, Karunaki, Delfini di Atlantide, Energia del Mare), Master nella lettura dei registri Akascici e Radiestesisti.
Cosa vi ha spinto a intraprendere questo percorso di vita senza lussi e beni materiali?
Da più di dieci anni il nostro sogno era quello di vivere in un paese tropicale, al caldo e nella semplicità… Ma, come ben sai, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, oltre a mille paure, duemila dubbi e un milione di “come facciamo”. La nostra vita era molto agiata: buon lavoro, bella casa, ottimi stipendi, e più tempo libero rispetto alla maggior parte delle persone. Questo ci consentiva di viaggiare parecchio, sia oltreoceano sia in uscite fuori porta con il van o con la tenda. Ma il nostro sogno era sempre più forte: al lunedì mattina iniziavamo già a programmare il weekend; a gennaio organizzavamo le ferie di agosto, e a settembre quelle di Natale, cercando ogni strategia per allungare la durata dei nostri viaggi.
Poi, nel 2020, è arrivato il Covid. Ci hanno chiusi in casa (più che altro ci hanno provato), ci hanno fatto sentire sbagliati e ci hanno escluso dalla società, facendoci sentire degli untori. Questo ci ha dato una grande forza. Abbiamo lavorato ancora di più su noi stessi, esplorando parti di noi che non avevamo mai sondato così a fondo. Un bel giorno ci siamo detti: “Basta, ci licenziamo e partiamo. Quando saremo vecchi, non vogliamo raccontare la storia di due ragazzi che non hanno avuto il coraggio di realizzare i propri sogni”.
Direi che questo, insieme al fatto che l’azienda per cui lavoravo stava facendo cambiamenti che non condividevo, è stato l’innesco più potente per noi. Vorrei precisare che questa scelta non è stata fatta per vivere senza beni materiali. Per creare qualcosa di grande e benefico anche per altre persone, sono necessari sia i beni materiali sia il denaro, in quanto energia creatrice. Piuttosto, abbiamo scelto di vivere senza beni superflui che portano appagamenti solo momentanei, spesso compensando una frustrazione profonda e una vita che non ci appartiene.
Come descrivereste una giornata tipica durante i vostri ritiri ?
Durante i nostri ritiri, portiamo le persone a immergersi in una realtà completamente nuova. La nostra giornata tipo è molto varia. Solitamente ci alziamo la mattina, facciamo colazione e alle 9:00 partiamo con il motorino per andare in escursione. Normalmente dividiamo la giornata in due parti: la mattina visitiamo qualche tempio dove proponiamo pratiche energetiche, come trattamenti Reiki o meditazioni. Poi pranziamo in spiaggia con un bel riso saltato e verdure. Nel pomeriggio accompagniamo gli ospiti a visitare qualche bella spiaggia, per far loro assaporare il potere curativo della natura che ci circonda.
Strutturare la giornata così ci consente di ritagliare anche dei momenti per approfondire qualche tema individualmente. Al tramonto salutiamo i nostri ospiti e li lasciamo liberi di godersi un aperitivo e una cena dove preferiscono, in modo che possano assimilare tutto ciò che hanno visto e imparato.
C’è un luogo in particolare in Asia che vi ha cambiato profondamente? Cosa vi ha insegnato questo posto sulla vita e sul mondo?
Ci sono molti luoghi che ci hanno colpito profondamente (oltre a Chumphon), ma uno in particolare ha rubato il nostro cuore: l’Indonesia, e in particolare Bali e Lombok, che stanno diventando la nostra seconda casa. Stiamo infatti costruendo una casa a Gili Trawangan, un’isola straordinaria vicino a Bali.
Descrivere l’emozione di visitare questi luoghi in poche parole è davvero difficile, ma posso provare a riassumere la loro magia. Le persone che incontriamo sono incredibilmente speciali e si respira una spiritualità unica nell’aria. Le cerimonie nei templi induisti sono esperienze indimenticabili, mentre la vista delle risaie e delle cascate è semplicemente mozzafiato. Una delle cose più belle dell’Asia in generale è che tutti si sentono liberi di ESSERE: non c’è giudizio, non c’è rabbia, non c’è competizione. Si respirano armonia, gioia e altruismo.
Nonostante la vostra vita nomade, riuscite a trovare delle “radici” in qualche modo, o è l’adattamento continuo che vi permette di sentirvi a casa ovunque?
La nostra casa siamo noi. Non sarai mai “a casa tua” vivendo in movimento; sarai sempre un ospite. Questo può sembrare un difetto, invece crediamo sia un grande aiuto per coltivare gentilezza e imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Troppo spesso crediamo che la nostra visione sia quella giusta. Viaggiando, invece, ci rendiamo conto che non è sempre così. Solo sperimentando nuovi modelli di vita possiamo scoprire nuove parti di noi stessi e portare la nostra consapevolezza a un livello più alto. Diciamo che quando diventi tu stesso la tua casa, puoi stare bene ovunque.
Quando i partecipanti ai vostri ritiri tornano a casa, cosa sperate che portino con sé non solo come esperienza, ma come cambiamento profondo nel loro modo di vivere e di percepire il mondo?
Il messaggio che desideriamo lasciare è che ognuno di noi può essere molto di più di ciò che crede: più del proprio lavoro, dei propri schemi mentali, delle convinzioni e delle abitudini consolidate.
Un viaggio, soprattutto se orientato alla crescita personale, non dovrebbe limitarsi a un timbro sul passaporto. Dovrebbe rappresentare un “clic” interiore, un cambiamento nel modo di approcciarsi alla vita. Ciò che si apprende durante un viaggio dovrebbe essere integrato nella quotidianità, trasformandosi in un motore di cambiamento significativo dentro di noi.
Non ha senso osservare situazioni difficili o fare un gesto di carità solo per sentirsi migliori, per poi sprecare il cibo preso al buffet. Allo stesso modo, non serve a nulla salutare con inchini e “Namastè” durante il viaggio, se poi si torna a essere pieni di rabbia o frustrazione al lavoro. La vera trasformazione si riflette nel modo in cui viviamo ogni giorno, non solo durante momenti isolati. E questo processo di crescita è infinito.
Vivere da nomadi implica spesso il lasciare cose e persone dietro di sé. Come affrontate i momenti di solitudine o di nostalgia, e come mantenete i legami con le persone care mentre siete in viaggio?
Un aspetto fondamentale per vivere questo tipo di vita è il “non attaccamento” a cose, persone, luoghi o situazioni. Tutto l’universo è in costante mutamento, e così siamo anche noi. L’attaccamento crea sofferenza, mentre la gratitudine per ciò che c’è in questo preciso momento, unita alla consapevolezza della sua impermanenza, crea gioia. Ogni istante è un dono, e abbiamo il dovere di rendergli onore, perché non sappiamo cosa ci riserverà il futuro.
Ogni persona con cui entriamo in contatto ci lascia qualcosa dentro, e anche se non la rivedremo mai più, proviamo gratitudine per ciò che è stato, senza però sviluppare un attaccamento che genera dipendenza. Al giorno d’oggi, inoltre, è molto più semplice mantenere i legami grazie alla tecnologia. La nostalgia si faceva sentire ogni tanto all’inizio di questo cambiamento di vita, ma la affrontavamo con introspezione, osservazione di noi stessi, studio e con il grande aiuto della bellezza che ci circondava.
Diciamo che anche la nostalgia, come tutti i momenti difficili, è stata vissuta come uno strumento di crescita. Oggi non sentiamo più nostalgia, piuttosto, a volte ci guardiamo e non riusciamo nemmeno a esprimere l’immensa gratitudine che proviamo per la vita che abbiamo scelto.
Per concludere, quali consigli dareste a chi sta cercando di vivere una vita più autentica, magari in equilibrio con se stesso e con il mondo, ma non sa da dove iniziare?
Ci stai facendo una domanda che meriterebbe un libro intero per rispondere. Direi che la prima cosa in assoluto è capire cosa non vogliamo più: chi e come non vogliamo più essere, quali abitudini non vogliamo più, di quali persone non vogliamo più circondarci, e così via. Prima di capire chi e come vogliamo essere, dobbiamo capire cosa non vogliamo più.
Una volta creato questo spazio vuoto nel nostro essere, possiamo creare qualcosa di nuovo. Come? Riempendolo con nuovi atteggiamenti, nuove priorità, nuovi valori. Una domanda che facciamo spesso in consulenza individuale è: “Cosa faresti se non avessi paura?”. Molto spesso è la paura a guidarci, ma dovremmo impegnarci a farci guidare dal coraggio.
Sai cosa significa coraggio? Agire con il cuore. Ecco, forse questo è il consiglio che vogliamo lasciare a chi leggerà questo blog: apri il cuore e agisci con il cuore.
Se questa storia ti ha ispirato e desideri fare il primo passo verso una vita più autentica e consapevole, non rimandare! Il momento giusto è ora. Condividi questo articolo con chi potrebbe trarne beneficio e inizia oggi stesso a vivere la tua verità.
Per seguire le avventure di Chiara e Mattia ti lascio il link della loro pagina Instagram ufficiale. Per saperne di più sulla loro storia e sul loro percorso, puoi visitare il sito Linktree.
Dopo un lungo percorso interiore ho capito che la vita “tradizionale” non faceva più per me e ho deciso che avrei smesso di timbrare un cartellino. Adesso sono un SEO e copywriter che viaggia per il mondo e racconta ciò che vede.
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